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Autore di un documentario, Il pianto delle zitelle, secondo Antonioni "entrato di prepotenza nella storia del cinema italiano", e poi tra i più apprezzati fotografi del dopoguerra, Pozzi Bellini ha attraversato la cultura italiana del Novecento, con rapporti di amicizia e lavoro con numerosi autori, da Eugenio Montale ad Alberto Moravia, da Carlo Levi a Luigi Dallapiccola, da Arbasino a Guttuso, da Jacques Prévert a Jean Renoir. Nel 1940 è in Sicilia dove realizza un reportage di straordinaria bellezza con riprese nitide ed evocative allo stesso tempo, che sembrano restituire fino in fondo l'anima più misteriosa di una terra: foto non a caso amate particolarmente da grandi siciliani come Vittorini, Sciascia, Sellerio e Consolo.